testimonianze + 2014 Ottobre 15, Guatemala - Viaggio della speranza

 

Care amiche e amici,

l’altro ieri ho ricevuto una lettera di una amica di Aprilia, che mi diceva che in questo periodo mandavo poche notizie. E’ vero che non ho scritto per alcuni mesi una lettera della strada, ma, in compenso, ho mandato riflessioni di altre persone sulla situazione che sta attraversando l’Italia e il mondo. Inoltre, arriverò in Italia per partecipare all’assemblea generale di Amistrada a Roma il 29 novembre e farò un viaggio dal Sud al Nord della penisola, sperando che il tempo sia clemente.

Passerò il mese di dicembre in Italia per compiere una promessa che avevo fatto sedici anni fa a Germana, figlia di Mirna Cragua, che da più di un decennio lavora come segretaria amministrativa nel Mojoca. Germana è la prima figlia di una ragazza di strada, che ho visto nascere vent’anni fa. La mia prima nipotina. Quando ha iniziato la scuola elementare le ho promesso quel viaggio in Italia e in Belgio quando avesse iniziato gli studi universitari. Germana finisce a novembre il secondo anno di giurisprudenza. Vista la mia età, ho pensato che era prudente non tardare ulteriormente per rispettare la mia parola. Purtroppo le vacanze in Guatemala coincidono con l’inverno in Europa.

Sarà un piacere per me presentarla all’assemblea e agli incontri regionali. E’ una gioia rivedere molte e molti di voi. Ho intitolato questo soggiorno il “viaggio della speranza”. Stiamo vivendo tempi durissimi. La nostra associazione resiste, mentre molte altre spariscono, però è indebolita dalla crisi economica e anche dall’invecchiamento e ho l’intenzione di parlare con voi della crisi in cui siamo tutti immersi, di come la viviamo, delle nostre speranze di uscirne e dei mezzi per farlo.

 

Tallone di ferro

Era il titolo di un romanzo di Jacques London che descriveva l’ultima fase del sistema capitalista, che stiamo vivendo ora. Un libro profetico, che merita di essere riletto. Immaginava già l’orrore provocato dal dominio imperiale, dalle banche, dalle multinazionali e dai paesi predatori che le sostengono. Si manifesta più chiaramente in Guatemala e nei paesi del Terzo Mondo; però, come sapete, colpisce già duramente l’Italia. E sarà peggio ancora, se il parlamento europeo approva il trattato che la commissione europea sta elaborando con gli Stati Uniti e le lobbies delle multinazionali.

Spero che i cittadini europei reagiscano energicamente per sbarrare la strada alle multinazionali, che devasteranno l’Europa, come fanno nel Terzo Mondo. Su questo tema ho scritto un documento che manderò a chi me lo richiede.

Molte amiche e amici mi hanno già detto che si rendono conto dei pericoli, ma pensano che non si può fare nulla, che il male è già fatto: che dobbiamo rassegnarci. Penso invece che c’è ancora tempo per reagire, per il benessere delle nostre figlie e figli e delle nostre nipotine e nipotini. Il trattato darebbe piena libertà alle multinazionali. La Monsanto potrebbe vendere i semi transgenici pericolosi per la salute e l’ambiente e inondare la terra di diossina e altri veleni, che la contamineranno per centinaia di anni e che avveleneranno i prodotti alimentari. Tutti i beni pubblici: l’acqua, la scuola, la salute, sarebbero privatizzati. I diritti dei lavoratori soppressi. Saremo tutti sotto il tallone di ferro, una dittatura peggiore di quella nazista o stalinista E’ ancora tempo di reagire e anche tu sei responsabile del futuro, del continente e della terra .Non possiamo delegare questo impegno ai governi che sono stati incapaci di controllare le banche, di impedire la chiusura di tante piccole e medie imprese, di opporsi ai licenziamenti di massa.

Questa responsabilità non può essere delegata ai partiti politici, che non rappresentano più gli interessi della gente che vota per loro. Guardiamoci dalle illusioni che un nuovo partito, un nuovo governo, possa fare meglio. Molte persone in America Latina avevano posto le loro speranze in partiti e governi di sinistra: in Brasile, Bolivia, Venezuela, Uruguay, Nicaragua, ma sono rimaste deluse, anche se la situazione era migliorata in parte. I movimenti sociali, che avevano contribuito alla formazione di questi governi, sono entrati in contrasto con loro, perché i governi non hanno migliorato, come promesso, la sorte delle classi popolari, non si sono opposti vigorosamente alle multinazionali e hanno collaborato con la grande finanza internazionale, favorendo il saccheggio del proprio paese. Inoltre, hanno perso molto della loro credibilità a causa della corruzione, che è un aspetto strutturale del potere. Come resistere allora? Formando associazioni di base, comunità, dove si condivide con gli altri, dove si pratica l’economia sociale e solidale, dove si ritira il denaro dalle banche per investirlo in progetti solidali. Queste esperienze di base, che si sono sviluppate in Chiapas, nel Messico, e che si ritrovano, ora, in tutti i paesi del mondo, sono una alternativa di amicizia e di amore, contrapposta all’odio e alla morte del sistema capitalista imperante. Sistema che ci distruggerà prima della fine di questo secolo, secondo gli studi scientifici, che ho citato nel documento sopra ricordato.

E’ possibile resistere. In Guatemala, paese asservito alle multinazionali, ai narcotrafficanti e al governo degli Stati Uniti, le organizzazioni maya e le associazioni della società civile sono riuscite, assediando il congresso, a costringere i parlamentari ad abrogare all’unanimità la cosiddetta “legge Monsanto”, che metteva in pericolo fonti della vita, dell’alimentazioni del paese.

Dovremmo anche noi assediare palazzo Chigi, la commissione europea a Bruxelles e, se necessario, il parlamento europeo per difendere il nostro continente e allo stesso tempo rinforzare le lotte degli altri popoli oppressi.

Di fronte al dominio mondiale delle banche e delle multinazionali, mafia planetaria, è necessaria una rivoluzione planetaria, pacifica, ma decisa ed energica. E questa rivoluzione la faremo per e con i nostri figli e figlie e le giovani generazioni. E con il nostro amore convinceremo molte persone, che ancora stanno appoggiando l’oppressione mondiale, ad unirsi a noi. Impegniamoci laddove viviamo, e questo lo puoi fare anche tu, anche se sei povero, anche se sei anziano (come me). Tutti possiamo condividere qualcosa con i nostri vicini, con la comunità nella quale viviamo, ed è lì che comincia il cambiamento.

La solidarietà è necessaria soprattutto nei tempi di crisi. Possiamo orientare la vita nella condivisione con gli altri o nella solitudine egoistica. Voi avete già scelto la vita, che è amicizia ed amore, ed è di questo, che vorrei parlarvi, soprattutto per ascoltare le vostre opinioni e speranze.

 

Giro d’Italia

Le tappe del nostro giro in Italia:

·         29 novembre, assemblea generale a Roma. Spero di incontrare a Roma gli amici e le amiche di Caprarola, Formia, Firenze e Lucca. Il nostro gruppo di gestione, sempre dinamico e presente, si sta rinnovando e spero che si riformerà un gruppo d’amicizia nella capitale.

·         4-9 dicembre: Piemonte con Angelina e Nico e altri amici di Pinerolo, Carla, Cesare, Francesco e Daniele di Piossasco: speriamo di costituire un gruppo con presenza significativa di giovani nel triangolo Pinerolo-Piossasco-Rivalta . Aspettiamo l’adesione di amiche e amici di Torino.

·         12-16 dicembre: Basilicata. Saremo ospiti del gruppo di Solidarietà della parrocchia S. Anna e Gioacchino. Aggiungo Gioacchino, perché il caro amico parroco, Franco Corbo, insiste sempre su questo punto. Non so ancora se ci sposteremo a Val d’Agri, ma comunque aspettiamo tutte le amiche e amici della Basilicata e sarebbe bello se venisse anche qualcuno di Eboli e di Catanzaro.

·         20-22 dicembre: Veneto-Friuli. Ci fermeremo a Treviso sperando la presenza di Gorizia, Montebelluna e Padova.

·         23-28 dicembre: Lombardia con residenza a Milano, sperando poter incontrare le amiche e gli amici di Busto Arsizio, di Lecco e altri comuni.

E’ un calendario intenso e un impegno grande, che la vostra amicizia però renderà leggero.

Tornerò di nuovo in Italia alla fine maggio e mi fermerò fino al 10 luglio. Sarò con Kenia e potrò andare ad Isernia e altri luoghi, dove saremo invitati.

 

Terremoto in diretta

Mentre dettavo la lettera a Nora, che sta in Nicaragua, la sua casa è stata scossa da un forte terremoto, di 7.4 gradi, che si è sentito fin qui nel Guatemala. Nora ha poi saputo che l’epicentro era nel Golfo di Fonseca, a 70 km. da Managua . Adesso temono uno tsunami. Sono di nuovo i poveri i più colpiti e immagino che Nora farà la volontaria psicologa, in questi luoghi devastati. Era impressionante assistere in diretta a questo terremoto, vedere la lampada dell’ufficio di Nora che ballava, una porta che si muoveva e Nora tranquilla, che non sarebbe uscita da casa con la mamma se non avessi insistito a farlo.

 

Alcune notizie del Mojoca

Mi scuserete se devo sintetizzare la mia lettera. Nell’insieme, il Mojoca va bene, anche se ci sono collettivi deboli come quello della strada, che dovrà essere rinnovato.

Si nota invece un grande progresso nella casa 8 marzo e in quella degli Amici, dove sono entrate due nuove educatrici e un nuovo educatore: tutt’e tre psicologi.

Anche la scuola funziona molto meglio, con tre nuove insegnanti, che sono soci del Movimento JOC, con il quale manteniamo buoni rapporti.

Abbiamo dovuto sospendere il laboratorio di falegnameria per mancanza di apprendisti e costi troppo elevati.

Nei laboratori di pasticceria e di sartoria, ci sono due nuove responsabili.

Ci siamo fissati come obiettivo raggiungere, durante l’anno 2015, l’autosufficienza di tutti i laboratori e penso che riusciremo nella nostra sfida.

Eva Jo, nuova socia del consiglio d’amministrazione, si occupa attivamente del laboratorio di sartoria e ha ottenuto un ordine di mille borse molto belle, per scarpe.

Anche il laboratorio di pizzeria sta ricevendo ordini importanti: quindici giorni fa trenta pizze per una festa in una scuola, venerdì scorso settanta pizze per un incontro di allievi lavoratori di strada. Le nostre pizzaiole formate da Carmelo di Caprarola, sono molto brave e possono fabbricare cento pizze di qualità in una mattinata. Ed offriremo pizze in feste scolastiche, incontri di associazioni ed eventi in imprese. Ci orientiamo sempre di più verso prodotti biologici e compriamo da piccoli produttori. Per fabbricare tante pizze alla volta, le nostre pizzaiole devono spostarsi al forno della 13 strada. Ho l’intenzione di comprare due altri moduli di forno, con pietra, che ci permetteranno di cuocere quindici pizze alla volta.

Ci hanno regalato un macina da mulino elettrica e abbiamo l’intenzione di fabbricare la nostra farina con frumento biologico del Guatemala: così potremo offrire pane integrale biologico.

Non mancano purtroppo eventi tristi. Per esempio, la settimana scorsa è deceduta Claudia Morales, del gruppo del Super 24. Era andata in strada quando aveva solo sette anni. Non siamo riusciti a convincerla ad entrare alla casa 8 Marzo e ad allontanarsi dalla droga e Claudia è tornata nella casa della madre per morire. Abbiamo accompagnato il suo corpo nel cimitero di Boca del Monte, una località a quindici chilometri circa dalla capitale.

Però ci sono anche ragazze in grandissima difficoltà per sopravvivere, che riescono comunque ad inserirsi nella società. Lo fanno per i figli: così hanno fatto Natali Morales, Inés Gómez, Abijail Castro, Cristina Gómez, Rosa Saenz, Kimberley -mamma di sedici anni-, Magdalena e il suo compagno Joni Alberto.

A volte, il percorso per uscire dalla strada è lungo e travagliato, ma dobbiamo rispettare i tempi di ognuno, la loro libertà, accompagnandoli sempre con amicizia e professionalità.

Quest’anno abbiamo ricominciato a visitare regolarmente le ragazze e i ragazzi incarcerati e alcuni si stanno già preparando per entrare nelle case o per passare subito alla vita indipendente.

 

Adesso vi devo lasciare. Il resto ve lo dirò a novembre-dicembre.

Amiche e amici, andiamo uniti nella speranza e l’impegno di costruire nel nostro piccolo, un pianeta, un’umanità nuova.

Un forte abbraccio anche da parte di Kenia, di Germana, delle gemelline tremende che festeggiano due anni tra qualche giorno, di Marisol, la nostra bella bambina handicappata che speriamo possa camminare e parlare (già dice tante cose con i suoi sorrisi, il suo canticchiare), di Jasmin, di otto anni, e anche di tutte le Mariposas, le adolescenti, i giovani delle case. Vi conosco e sanno che laggiù molti le amano,

Gerardo.