testimonianze + 2013 gennaio 27, Guatemala

 

NEVICA SUL GUATEMALA

 

Mai visto di memoria d’uomo: ha nevicato sul Guatemala nella regione di San Marcos, colpita mesi fa da un tremendo terremoto. Le cime dei vulcani coperte di neve. Spettacolo meraviglioso, emozioni turistiche. Ma per la povera gente che vive in baracche di zinco, legno, a volte anche con pareti di plastica, solo un freddo più intenso e polmonite. Peggio ancora nella strada, dove a volte non c’è nemmeno una tettoia, solo il pavimento freddo e umido dei marciapiedi con materassi di cartone e coperte di plastica. E a questo si aggiunge la feroce barbarie di poliziotti che non li lasciano dormire in pace, li picchiano, tentano di scoraggiarli e di farli fuggire dal centro storico. E i sicari proseguono il loro lavoro di morte. Qualche giorno fa hanno sparato a Moisen Soc, 19 anni, del gruppo della Terminal e gli hanno dovuto togliere un rene: a 19 anni la vita gli è già diminuita. Un altro giovane dello stesso gruppo è stato accoltellato e sta in ospedale in prognosi riservata.

Il generale presidente aveva promesso la sicurezza, la fine della violenza e della delinquenza. Qualche tempo fa ha fatto il bilancio del suo primo anno di governo di fronte alla chiesa del Limòn, uno dei quartieri più caldi della capitale. Lì sono stato per molti anni ospite dal parroco, Piero Nota, che mi ha aiutato molto nei primi anni del Mojoca. Il generale si è vantato che ora la violenza è sparita dal Limòn, da quando ha inviato militari a presiedere il quartiere popolare. Di giorno c’è una calma apparente, ma di notte si sentono spari e la gente continua a morire: tre persone nella settimana del discorso del gerarca militare.

AUMENTARE LA QUALITÀ DEL LAVORO DI STRADA

Di fronte all’aumento della violenza contro i giovani di strada era necessario riorganizzare il lavoro di strada. Per questo ho chiesto a Glenda di assumere la responsabilità dei collettivi di strada. Al suo posto, come consigliere psico-educativo, incaricata di migliorare i lavori nei vari gruppi e servizi e del personale, è subentrata Adelina Velidz, che aveva lavorato 10 mesi con noi come formatrice, con la soddisfazione generale delle ragazze e dei ragazzi e del personale. Erik Choc è passato come consigliere alla casa dei ragazzi. Laura Lemos e Wendi Higueros sono le responsabili dell’ inserimento abitativo, delle micro-imprese e della ricerca di lavoro. Ines lavorerà in strada con Sandra Tacx e Alfonso. Carlos Castillos esce dall’amministrazione per seguire a tempo pieno le ragazze e i ragazzi che studiano nelle scuole esterne, organizzare l’educazione socio-politica e curare i rapporti con l’Università San Carlos.

La riorganizzazione del lavoro di strada produce già i primi effetti positivi. I due gruppi di lavoro escono alle 8.30 del mattino e tornano in strada anche nel pomeriggio. Così si farà attività di giorno con tutti i gruppi che conosciamo e si cercheranno gruppi nuovi che nascono come funghi.

PRIMA ASSEMBLEA DEL MOJOCA DEL 2013

Il 25 gennaio il centro educativo della tredicesima strada era super pieno, con più di 120 ragazzi e ragazze, bambini e bambine, e adulti. Si celebrava l’Assemblea più importante dell’anno in cui si dovevano discutere e votare le proposte di cambiamento al manuale di funzionamento ed eleggere una nuova presidentessa o presidente. La revisione del Manuale di Funzionamento è stata preparata con molta cura per migliorare le regole delle attività di ogni collettivo o servizio in funzione dell’esperienza di un anno. Abbiamo elaborato una prima bozza tenendo conto delle restrizioni economiche e soprattutto dell’importanza centrale che il lavoro sta assumendo nel Mojoca.

Questa bozza è stata discussa da tutti i collettivi e dal responsabile dei servizi. Hanno elaborato 24 proposte di modifica, alcune molto semplici, altre più complesse, altre nuove come quella che riguarda le micro-imprese.

Dopo una breve Assemblea plenaria i partecipanti si sono divisi in 6 gruppi e hanno iniziato a leggere, a discutere e ha votare tutte le proposte. Personalmente ho partecipato ai lavori del gruppo di strada. Erano presenti 27 ragazzi e ragazze. Josuè, rappresentante della strada, leggeva con voce alta e chiara le varie proposte. Se era necessario si spiegava la proposta. La maggioranza dei gruppi ha lavorato due ore di seguito con molta attenzione e serietà. Non si trattava solo di votare proposte che riguardavano la strada o i giorni di iniziazione, quando i ragazzi di strada vengono per conoscere il Mojoca, ma il funzionamento di tutti gli altri collettivi e servizi.

Finiti i lavori si è proceduto all’elezione della persona che deve presiedere il Mojoca durante i prossimi due anni. Si ripresentavano Diana Pernilla e, per la prima volta, Laura Lemus, rappresentante delle Quetalitas, e Muricio Marroquìn, rappresentante di Nuova Generazione. A mia grande sorpresa Diana non è stata rieletta alla prima volta ed è stato necessario un ballottaggio tra lei e Laura. Al secondo turno Diana è stata eletta con 48 voti contro 29 per Laura. Finita l’elezione ci siamo radunati una seconda volta nell’assemblea plenaria per proclamare i risultati dell’ elezione e delle votazione degli emendamenti al manuale di funzionamento. Tutte le proposte di modifica sono state approvate con maggioranze variabili.

Durante l’assemblea è stato assegnato il premio Maurizio Bruziches a cinque studentesse che hanno ottenuto nel 2012 una media dei voti scolastici superiore al 80% . Si tratta di Wendi Bravo, Tamara Lopez, Noemi Lopez, Jesenia Reyes e Brenda Patsan. Le elezioni sono state presiedute da Gabier Igueros, rappresentante di Generazione del Cambiamento, che si sta inserendo molto bene nel Mojoca: Generazione del Cambiamento conta ora 17 adolescenti e lavora anche con le madri che fanno volontariato per appoggiare il Mojoca.

Il Comitato di Gestione è senz’altro il migliore che abbiamo avuto fino a ora. È composto di giovani coscienti e responsabili che hanno la preoccupazione del bene comune. Ad esempio, Marvin Mora, rappresentante della Casa degli Amici, ha rifiutato un lavoro fuori perchè trovava più importante continuare il suo lavoro di rappresentante e organizzatore della Casa degli Amici.

LA DEMOCRAZIA DI BASE

Se ne parla molto in Italia, siti internet sono consacrati a questo tema, il “Manifesto” pubblica molti argomenti sul rinnovamento della politica e nascono pure associazioni, come ALBA che hanno lo scopo di favorire la nascita di nuovi soggetti politici caratterizzati da una autentica democrazia di base. Se ne parla. Poi in pratica i Segretari dei partitini della cosiddetta sinistra si incaricano di svuotare le nuove iniziative da una vera democrazia di base.

Al Mojoca se ne parla di meno, ma la si pratica. Senz’altro non a livello del paese ma di una categoria sociale emarginata. E se i ragazzi di strada, che hanno studiato poco o nulla e assumono molte droghe, sono capaci di farlo, perchè non sarebbe possibile in Italia dove  le condizioni educative  e socio economiche, per quanto disastrate, sono sempre migliori che in Guatemala.

Ricevo molte lettere delle mie ex studentesse, non più giovanissime, perchè hanno tra i 32 e i 45 anni: molte sono disperate, perdono il lavoro o hanno lavori precari e insicuri. A volte devono trovare un rifugio dai familiari perchè non hanno più i soldi per pagare l’affitto. Le sento depresse, giustamente arrabbiate e a volte tentate da soluzione estremiste. Nessuna mai ha espresso fiducia o speranza nei partiti che si presentano alle vicine elezioni di febbraio. I tentativi di nuovi partiti, se non riescono a coinvolgere le persone precarie, disoccupate, sacrificate sull’altare del profitto della finanza internazionale speculativa, sono già falliti in partenza. Amistrada stessa è colpita dalla crisi. I gruppi fanno più fatica a raccogliere risorse per il Mojoca. Qualche mese fa parlavo di questa situazione con Mimmo, grande mio amico che era venuto a passare 10 giorni con noi del Mojoca. Gli ho detto come vedevo la situazione dei singoli gruppi della nostra rete. Mi sembrava utile comunicare queste riflessioni alle amiche e agli amici che avevano organizzato i gruppi di solidarietà in tutta Italia. Vari gruppi hanno risposto confermando la maggior parte le difficoltà crescenti che incontrano, ma, allo stesso tempo, la loro determinazione a continuare ad appoggiare le ragazze e i ragazzi di strada, alle quali e ai quali sono legati da un profondo amore. Amistrada resiste alla tempesta.

Mi dispiace di non aver lanciato l’invito a dibattere a tutta la rete ma a un gruppo più ristretto e penso che il Comitato di Gestione si incaricherà di far pervenire le lettere molto interessanti ricevute da Potenza, Grumento Nova in Val de Agri, Firenze, Milano, Treviso e Lucca.

Tutti gli interventi sono ricchi di spunti interessanti, di idee, di proposte ma la conclusione più importante per me è che la rete può continuare con gruppi piccoli composti da due-tre persone, che riescono a coinvolgere altri, quando prendono iniziative. Il futuro di Amistrada io lo vedo in questa prospettiva, una moltiplicazione di gruppi piccoli che scambiano esperienze tra di loro, come si deve fare in una rete dove si pratica la democrazia di base.

IL LAVORO: AMBIENTE EDUCATIVO E FONTI DI RISORSE

È questo il nostro programma per il 2013 e sta iniziando in modo graduale. Le vacanze natalizie in Guatemala sono simili alle vacanze estive nei nostri paesi. Ora abbiamo ripreso la scuola a metà gennaio, come la maggior parte delle altre scuole. Ci sono due giorni interi di scuola per le e i giovani delle case e della strada. Il sabato nel Mojoca è aperta la scuola primaria per giovani lavoratrici e lavoratori. Quelli che sono nella scuola secondaria e all’ università sono fuori e privilegiano naturalmente la scuola pubblica. Iniziamo a sperimentare nuove forme di produzione e di lavoro. In dicembre abbiamo promosso quasi 20 micro-imprese. Sei non hanno decollato, per negligenza o utilizzo dei fondi per altri scopi, e i giovani dovranno rimborsare al Mojoca ciò che hanno ricevuto. Le altre proseguono in modo soddisfacente, seguite con molta attenzione da Laura e Wendi.

Il Sindaco ci aveva promesso lavori nelle imprese comunali, ma fino a ora nessuna richiesta nostra è stata ancora accolta. Dovremo molto presto rivolgerci direttamente al Sindaco, il quale ci ha fatto assegnare un posto di vendita in un mercato situato in una piazza centrale dove vi è molto transito di persone. Nel periodo natalizio quando c’erano venditori in tutta la piazza si riusciva a vendere abbastanza, mentre l’inizio dell’anno è stato più difficile, ma dobbiamo continuare perchè il mercato sarà ricostruito e forse avremo migliore possibilità di dare una vita decente a due ragazze che vi lavorano.

Tutto l’anno 2013 sarà necessario per rendere proficue le nostre attività produzione, centrate in gran parte sull’ alimentazione. Abbiamo iniziato le procedure con il Ministero della Sanità per avere la licenza di produrre e vendere prodotti alimentari. Vorremmo aprire, in quello che era il salone di sartoria nella tredicesima strada, un piccolo ristorante popolare e una vendita dei prodotti alimentari che fabbrichiamo. Ma dobbiamo aprire una porta e per questo è necessario il permesso dei Beni Culturali del Centro Storico e poi anche la licenza del Ministero della Sanità.

Il garage della casa dell’ 8 marzo sarà trasformato in una pizzeria dove si venderà pizza a taglio, dolci del Belgio fabbricati sempre in casa e succhi di frutta. Continuerà, spero sempre, il laboratorio di bigiotteria, nel quale ha lavorato con molta dedizione per tre mesi la nostra Maria Concetta Gubernale, fedele amica del Mojoca.

I ragazzi della casa degli amici nel mese di febbraio ristruttureranno la loro casa sotto la direzione di Cristobar Chumil, artigiano competente e coscienzioso che ha ristrutturato la casa 8 di marzo. Questi lavori saranno pagati dai nostri amici di Basilea con i soldi raccolti durante i concerti. Michelangelo Rinaldi e due sue amici giungeranno all’inizio di febbraio e parteciperanno anche loro con tutti i ragazzi ai lavori, oltre che a occuparsi del coro “Canta la calle”.

Theresia ha passato una settimana con noi. E in quattro giorni è riuscita a scrivere più di dieci canzoni partendo dalle storie dei ragazzi e delle ragazze con i quali ha parlato. Theresia è più raggiante che mai con una creatività ancora più intensa. Queste canzoni che scrive serviranno, assieme a canzoni raccolte con altri gruppi in Messico e in Italia, a elaborare un metodo per apprendere la Musica. Theresia ha una capacità straordinaria di trascinare e con lei il canto e la musica diventano un ottima terapia e una splendida amicizia. Salvatore, nostro maestro di musica, insegnerà quest’anno anche la chitarra e il flauto dolce.

LA CASA 8 DI MARZO

Attualmente vivono nella casa 15 ragazze e 14 bambine e bambini, la più grande delle quali non ha neppure 4 anni: mai era successo prima. E mai si era verificata prima una convivenza così pacifica come quella che ora c’è nella casa. Le storie di queste ragazze sono tutte uniche, ma allo stesso tempo sembrano variazioni di un canovaccio identico: abbandoni, maltrattamenti, abusi sessuali durante l’infanzia, matrimoni precoci con violenze di uomini che spesso si fanno mantenere, la strada dove continua la violenza ma allo stesso tempo dove si trova una famiglia. Tutte vengono con tante ferite interne che richideranno tanto tempo per essere sanate. Dopo Natale una coppia con due loro amici ha voluto condividere una giornata con le ragazze parlando con loro, organizzando giochi con i bambini, offrendo loro da mangiare. Durante uno momento di scambi, hanno chiesto alle ragazze la cosa più bella che era successa loro nel 2012. Sandra ha risposto con le lacrime gli occhi: ”Io non ho mai avuto una famiglia (non ha conosciuto i suoi genitori, solo una nonna morta quando lei aveva 12 anni) e qui ho trovato la mia famiglia”.

I TEMPI SONO DURI ANCHE QUI

Leggendo una lettera di un’amica italiana, ho avuto l’impressione che non si rendeva conto della realtà delle ragazze e dei ragazzi di strada e anche di quelli usciti dalla strada. E leggendo le lettere di un mio caro amico che mi fa sempre i complimenti per i successi del Mojoca, mi sono detto che non rendo bene nelle lettere la realtà della strada e del Mojoca. È una realtà dura, molto dura. Non parlo della strada, che potete immaginare, penso, ma che non si può capire senza averla sperimentata. Un cineasta che ci appoggia ha fatto una serie di filmini per una chiesa evangelica, che vuole raccogliere fondi per aiutare chi si occupa dei più poveri. I temi di questi filmati sono: “immagina un giorno senza mangiare”, “immagina un giorno senza tetto”, ecc... Difficile da immaginare per chi mangia ogni giorno e per chi non ha mai passato una notte al freddo e magari sotto la pioggia, difficile immaginare la situazione di chi vive nell’umiliazione continua, considerato come rifiuto e non come persona umana: ma anche chi è uscito dalla strada, che magari fa parte delle Quetzalitas, può vivere in situazione di miseria. Laura e Wendi fanno supervisione dei e delle giovani che hanno iniziato una micro-impresa o delle bambine e bambini, figlie di queztalitas che fanno parte delle Mariposas. Mi descrivono situazioni incredibili, come quella di Jessica. Lei, con due bambini e una sorella minore incinta, vive in una capanna costruita in mezzo a tante altre in un deposito abbandonato nelle ferrovie, uno spazio limitato da mura. Si è costruita una capanna con il muro posteriore di blocchi di cemento e tutte le altre pareti fatte di pezzi di legno e di zinco. Pareti che non fermano il freddo nè l’umidità. Non c’è acqua. Il suolo è di terra battuta con in un angolo un sanitario rotto. La colonna di legno che sostiene la capanna si è rotta e il tetto minaccia di cascare sulla testa degli abitanti. Jessica ha una micro-impresa, racimola con ore di lavoro il necessario per riempire i piatti di riso o di fagioli. Altre sono ancor più mal messe perchè le pareti delle loro abitazioni sono solo tele di nailon. E potrei continuare a lungo con storie di questo tipo.

Lo strano è che queste ragazze non si lagnano delle loro condizioni di vita e nemmeno chiedono aiuto perchè sanno che le risorse del Mojoca sono più che limitate. Ciò che le dispera è la loro infanzia dalla quale non sono ancora uscite, gli abbandoni e i maltrattamenti. È questo il lavoro del Mojoca, guarirle dall’infanzia.

Purtroppo la nostra brava psicologa, Karina Quintana Luna ha rinunciato a lavoro perchè affetta da una malattia che richiede un lungo riposo e cure specializzate. Abbiamo ancora l’aiuto del nostro psicologo esterno e dobbiamo cercare una nuova psicologa specializzata per il trattamento dei maltrattamenti e della dipendenza da droghe.

LA CRISI,  TEMPO DI SOLIDARIETÀ E  CONDIVISIONE

In un tempo di grave crisi come quello che viviamo ora, quando svanisce il lavoro e viene eliminato lo stato sociale, quando i diritti al lavoro, all’istruzione, alla salute, all’abitazione diventano merci che solo i più ricchi possono permettersi, molti si rinchiudono nell’individualismo, tentando di sopravvivere da soli. Errore gravissimo perchè siamo tutti nella stessa barca che rischia di sprofondare e nessuno può salvarsi da solo.

Alle giovani amiche e ai giovani amici depressi e sfiduciati, io dico: non rimanete mai soli e sole con i vostri problemi perchè sono quelli di tutte e tutti. Uscite, radunatevi con gente che affronta le stesse situazioni. Parlate, insieme cercate mezzi per cambiare la situazione. È necessario cambiare. È necessario prendere coscienza che solo un vasto movimento di base, formato da tante piccole realtà, è capace di opporsi al progetto di morte dell’imperialismo finanziario speculativo, e dei suoi rappresentanti in tanti governi europei, che invece di favorire la creazione di impiego, toglie a milioni di persone i mezzi per una vita degna di essere vissuta.

Il tempo di crisi è il tempo per condividere anche tra noi di Amistrada, per continuare il dibattito iniziato tra i gruppi e allargarlo a tutte le persone della rete, è il tempo per stringere legami di amicizia e di condivisione con le ragazze e i ragazzi di strada. La crisi di civilizzazione che stiamo vivendo esige una risposta radicale di generosità e di lotta affinché l’amore possa vincere l’odio e la vita la morte.

 

Un affettuoso abbraccio da parte mia, dalle ragazze e dai ragazzi del Mojoca e da tutte le lavoratrici e i lavoratori.

Gerardo