testimonianze + 2012 Settembre 15 - Guatemala

LA RIFONDAZIONE DEL MOJOCA

 

Care amiche ed amici delle ragazze e ragazzi di strada,

dalle strade del Guatemala, un affettuoso saluto per aprire questa lettera dalla strada che vi parlerà soprattutto della rifondazione del Mojoca che abbiamo dovuto compiere per potere meglio rispondere alle esigenze delle ragazze e dei ragazzi di strada in questa fase di dittatura del capitalismo speculativo e sregolato.

 

Il motivo principale è il deterioramento della situazione economica e sociale, che si traduce in una miseria crescente e nella quasi impossibilità per i giovani usciti dalla strada di trovare un lavoro o una fonte di entrate, che permetta loro di inserirsi nella società.

 

Mentre il nostro progetto prevedeva, per il primo semestre, l’inserimento di 15 giovani nella società con un’abitazione e un lavoro che permettesse loro una vita decente, ci è riuscito solo con tre!

 

Questa situazione ha avuto una ricaduta su tutti i livelli del Mojoca: nella strada, dove si rifugia un numero crescente di giovani, c’è un aumento dei comportamenti fuori-legge per sopravvivere e la recrudescenza della violenza contro i giovani: dieci di loro del solo gruppo del parco Concordia sono stati assassinati nei primi otto mesi di quest’anno!

Anche nelle case la crisi ha degli effetti paradossali. Nel 2006 era raro che una ragazza si fermasse più di tre mesi nella casa. Ora ce ne sono che vi stanno due - tre anni. Esse rinunciano a una vita indipendente, perché non c’è lavoro per loro e non vogliono correre il rischio di dover tornare sulla strada con i loro figli.

La crisi, lungi dal risparmiare il gruppo modello delle Quetzalitas, le ha colpite  in pieno: perdita del lavoro dipendente e impossibilità di guadagnare abbastanza con un piccolo commercio ambulante. Molte non riescono più a pagare l’affitto in continuo aumento. Ce ne sono che tornano sulla strada, alla droga, alle attività illegali e persino in prigione. Ho appena ricevuto una telefonata da parte di una di loro, che mi diceva di non ricevere, in prigione, le cure mediche, di cui ha bisogno. Io chiederò a Sara di andare a trovarla. In alcuni casi i giudici tolgono loro persino i bambini.

 

E’ ora di intervenire con forza!

 

UN’ASSEMBLEA COSTITUENTE

 

Per questo abbiamo convocato, il 14 settembre p.p., un’Assemblea Generale del Mojoca. L’affluenza è stata grande: più di 160 partecipanti.

Alle 10 assemblea plenaria. Commovente commemorazione dei giovani assassinati. Illustrazione del tema principale dell’assemblea: una trasformazione radicale del Mojoca, mettendo al centro dei programmi il lavoro, la produzione, la ricerca e creazione dell’impiego.

 

L’assemblea era stata preparata da molto tempo e, nella riunione del comitato di gestione, si era definita una lista di temi da approfondire durante i lavori dei collettivi del Mojoca: alcuni per tutti i gruppi, altri per ognuno dei collettivi.

 

Verso le 11 sono cominciati i lavori dei collettivi. Erano otto: quello dei giovani che vivono nella strada e non frequentano regolarmente il Mojoca (quali lavori si possono fare nella strada); quello dei giovani di strada che vengono al centro educativo (imparare producendo); quello della casa 8 marzo e della casa degli amici (comunità di vita e di lavoro); quello delle Quetzalitas, Nuova Generazione e Generazione del Cambiamento (quale lavoro per una vita indipendente) e infine il collettivo dei laboratori solidali (prodotti di qualità, in numero sufficiente per assicurare un salario decente ai lavoratori).

 

NASCITA DI UN NUOVO MOJOCA

 

Alle 13,30: Assemblea plenaria. Ogni collettivo comincia a dire quanti giovani sono d’accordo con la riforma proposta. Ed è stata una sorpresa INIMMAGINABILE! In ogni gruppo la proposta era stata votata all’unanimità! L’approvazione è stata ratificata da tre SI, che hanno fatto tremare le pareti della casa, e da un lungo applauso.

Per riuscire, la riforma doveva corrispondere alla volontà di una larga maggioranza. Ma non avrei mai immaginato che il consenso potesse essere totale.

 

IL NUOVO MOJOCA E’ ANCHE SCUOLA E  FORMAZIONE PROFESIONALI NUOVE

 

I giovani attuali del Mojoca hanno trovato un movimento organizzato e pensato da altri. Ora sono loro ad aver deciso che cosa sarà il nuovo Mojoca. Ed essi si rendono perfettamente conto che mettere il lavoro al centro di tutto significa anche una riforma radicale della scuola e della formazione professionale.

Ci sarà una scuola di alfabetizzazione nella strada e una scuola serale o del sabato per quelle e quelli che lavorano. Noi abbiamo già avviato un cantiere di studio per una scuola differente e noi siamo aperti a ogni proposta, suggerimento o consiglio.

 

Cambiamento radicale anche della formazione professionale: noi favoriremo i contratti d’apprendimento legati alla produzione e sopprimeremo i pomeriggi d’apprendimento. Saranno eliminati i laboratori che non riescono a garantire un minimo di produzione e di vendita. Dovremo pensare dei moduli d’apprendimento più flessibili, più funzionali, più aperti ai nuovi mestieri.

 

Se le giovani donne della casa dell’8 marzo mantengono la loro decisione di produrre i “tamals” (pasta di farina di mais con vari ingredienti - carne, formaggio, uvetta di Corinto - cotta in una foglia di banano), organizzeremo un laboratorio per imparare a fare dei “tamals” di qualità e (perché no?) proporremo dei nuovi sapori.

Proporremo dei nuovi mestieri, che non richiedono grandi investimenti: per es., riparazione di oggetti trasportabili. (?) Dateci delle idee.

 

SMARRIMENTO DELLE QUETZALITAS E CREATIVITA DI GENERAZIONE DEL CAMBIAMENTO

 

Al momento della presentazione delle proposte di ogni collettivo, si è manifestata la disorganizzazione delle Quetzalitas per la mancanza di proposte concrete e per il fatto che tutte le presenti hanno dichiarato di essere interessate a una micro-impresa.

 

Per la prima volta, il collettivo Generazione del Cambiamento partecipava all’assemblea e le loro proposte sono state molto interessanti.

 

SENZA FRETTA E IMPROVVISAZIONI

 

Procederemo con prudenza, dopo aver studiato accuratamente ogni progetto (?), con un’ampia consultazione di ogni persona, organismo o associazione che siano in grado di consigliarci: sindacati dei lavoratori informali o dei venditori ambulanti, associazioni del commercio solidale, istituti di formazione professionale, ministeri, associazioni di alfabetizzazione, specialisti in educazione.

Chiederemo consiglio alle associazioni, che conosciamo, di altri paesi. E anche a imprenditori amici ed ex-allievi del Mojoca, che hanno avuto successo, come Mayra.

 

Le proposte di ogni collettivo sono interessanti e permetteranno di fare delle sperimentazioni preliminari. Ma prima di prendere delle decisioni importanti i giovani devono avere una conoscenza migliore del mercato, dei mestieri emergenti, di ciò che fanno altri giovani delle classi popolari.

 

Procederemo per tappe prudentemente: alcune micro-imprese ben preparate; alla fine della scuola, all’inizio di novembre, sperimenteremo delle produzioni nelle case d’abitazione; continueremo a cercare degli impieghi, che rispettino le leggi sul lavoro; faremo un ultimo tentativo per salvare i laboratori di cucito e di falegnameria; cercheremo degli sbocchi per i laboratori di produzione, aprendo un banco di vendita davanti alla casa. All’inizio dell’anno prossimo, apriremo la scuola del sabato e l’alfabetizzazione sistematica nella strada; apriremo altri laboratori di produzione nella tredicesima strada: sarà l’anno della sperimentazione e speriamo di poter elaborare un progetto per tre anni, centrato sul lavoro, senza dimenticare, naturalmente, gli altri obiettivi del Mojoca: l’organizzazione d’un movimento dei giovani della strada, diretto da loro stessi per difendere i loro diritti, migliorare le loro condizioni di vita e contribuire al cambiamento radicale della società nazionale e mondiale.

 

Abbiamo le forze sufficienti, un’organizzazione sufficientemente solida per negoziare il cambiamento del Mojoca senza grandi rischi.

 

UN MAGGIORE AUTOFINANZIAMENTO

 

Il cambiamento ha anche una motivazione economica importante, benché secondaria. Le nostre risorse provengono quasi esclusivamente dall’Europa e l’autofinanziamento è, per così dire, ridicolo. Non è una situazione sana. Sappiamo di avere in Europa molte amiche e amici, che ci sostengono e hanno fiducia in noi. Potrebbe anche darsi che le risorse aumentino, se il Lussemburgo e la Svizzera arriveranno a una decisione.

 

Tuttavia l’erosione continua dell’euro mi sembra che abbia ridotto del 20% le nostre risorse. Se tutte le associazioni ci inviano la sovvenzione promessa, chiuderemo, senza perdite significative, il bilancio del 2012.

 

ALTRE NOTIZIE

 

Per concludere, vi comunico che Vilma ha vinto il suo processo con la sentenza del giudice, una donna, che dichiarava non esserci alcun motivo valido per non lasciarle la custodia dei suoi figli, però dovrà affittare un appartamento più grande: ma con quali soldi? A prima vista, la giudice non si è posta la domanda.

Vilma resta molto coraggiosa, dovendo ancora subire due chemioterapie; il morale tuttavia è alto e la sua salute migliora.

 

Nella casa dei ragazzi, abbiamo un nuovo educatore: un giovane avvocato di 35 anni, Luis Catalan, che lavorava volontariamente con l’équipe della strada, tre volte alla settimana. E’ dinamico, creativo, ha un buon rapporto con i giovani della strada: li ascolta, s’identifica con loro, s’occupa, in particolare, dei più indifesi. Un uomo nuovo per una nuova stagione. Luis ha cominciato ieri il suo lavoro, ma non rinuncia al suo volontariato per la strada. La sua presenza, al centro di un’équipe ancora debole, è la benvenuta.

 

NOTIZIA APPENA RICEVUTA (17 Settembre)

 

La banda degli sterminatori continua a infuriare. Alla fine della settimana, altri quattro giovani sono stati assassinati. Uno di loro, Luis di 17 anni, faceva parte del gruppo del parco Concordia. Un altro giovane della strada , Hector, è stato pugnalato alla schiena e si trova all’ospedale Generale. Ma la banda è stata identificata: si tratta di tassisti, che avrebbero anche taglieggiato dei clienti e violentato delle clienti. Abbiamo due testimoni e collaboriamo con la giustizia per porre fine a questo massacro. Speriamo che i testimoni abbiano il coraggio di sostenere le loro accuse fino alla fine del processo e che siano ritenuti credibili dai giudici. Ma bisogna far presto per evitare che si allunghi il martirologio della strada.

 

Vi abbraccio affettuosamente in nome dei piccoli e dei giovani del Mojoca e aspetto consigli, suggerimenti, contatti, documenti: diventate anche voi operatori del cambiamento!

Gérard.