testimonianze + 2008 novembre 6, Guatemala

 

Care amiche e amici delle ragazze e ragazzi di strada, un affettuoso saluto dalle strade della Bolivia e del Guatemala, in questa lettera vi parlerò soprattutto della Bolivia dove sono andato con Yeseña, giovane madre di 19 anni che vive nella casa 8 di marzo ed è la responsabile del laboratorio di pasticceria.

Eravamo stati invitati per parlare dell'educazione di strada da Benito Fernandez, ex studente e amico di Giulio Girardi. Benito ci ha ricevuto con straordinaria gentilezza, accompagnandoci a visitare luoghi stupendi della Bolivia come il lago Ttkaka lungo quasi 150 Km, situato a 4000 m di altitudine su un altipiano immenso. Abbiamo visto il lama, animale affettuoso ed elegante dalla lana pregiata.

 

La rivoluzione boliviana

 

È difficile in 10 giorni farsi un'idea precisa di quanto sta accadendo in Bolivia e vi scrivo solo alcune impressioni. È evidente che il presidente Evo Morales e il suo "Movimento al Socialismo" porta le speranze della maggioranza povera del paese. Incontra una forte opposizione della minoranza ricca e bianca delle regioni dove abbondano petrolio, gas e minerali preziosi. Incontra una feroce opposizione degli Stati Uniti. Nonostante questo Evo Morales ha avuto il coraggio di cacciare via l'ambasciatore di questo paese e la DEA, associazione statunitense che con il pretesto di controllare la coltivazione della coca e il traffico delle droghe, difende gli interessi economici del suo paese, alimentando l'opposizione violenta al nuovo presidente. La forza di Evo Morales è il sindacato dei contadini con la sua organizzazione verticistica.

Non potevo fare a meno di paragonare la Bolivia ed Evo Morales con il Nicaragua all'inizio della rivoluzione sandinista dove c'era un forte movimento di educazione, partecipazione popolare e un forte appoggio da parte degli studenti che avevano fatto la rivoluzione. In Bolivia invece anche nelle università statali che avevano combattuto le dittature, i giovani non appoggiano in modo organizzato i cambiamenti del paese. Anzi, nelle università private, specie nelle province ricche come in quella di Santa Cruz si sono fondati gruppi fascisti che combattono attivamente la "Rivoluzione" di Evo Morales. Alcuni sperano che con Barack Obama cambierà la politica degli Stati Uniti, lo vorrei credere anch'io.

 

Le strade della Bolivia

 

Abbiamo incontrato solo ragazze e ragazzi che vivono o lavorano in strada nella capitale del paese La Paz e nella vicina città Los Altos, situata a 4000 m di altitudine. Ci sono molte similitudini tra le condizioni di vita in strada di queste due città e la capitale del Guatemala. Ragazze e ragazzi scelgono la strada per sfuggire ai maltrattamenti in famiglia o a estrema miseria provocata dal capitalismo e aggravata dalla globalizzazione neoliberale. Ragazze e ragazzi formano gruppi che sono la loro famiglia dove trovano affetto, rispetto, protezione e a volte anche violenze soprattutto contro le ragazze. Anche la strada è maschilista. Le ragazze e i ragazzi anche in Bolivia sono emarginati, maltrattati, disprezzati, umiliati. I poliziotti abusano delle ragazze. In Bolivia i ragazzi sopravvivono soprattutto con il "furto" e le ragazze con servizi sessuali. Mentre in Guatemala, la mendicità è diventata il mezzo principale di sopravvivenza in strada. In Bolivia c'è meno violenza, anche se en Los Altos alcuni ragazzi di strada sono stati linciati e bruciati vivi, però non ci sono squadroni della morte nè i gruppi giovanili violenti che sono manipolati dai narcotrafficanti, dalla polizia o dall'esercito.

 

Le associazioni di strada

 

In un seminario di due giorni sull'educazione di strada e in vari incontri, abbiamo conosciuto associazioni che si occupano di ragazze e ragazzi di strada. A differenza del Guatemala, la maggior parte di queste associazioni si occupano anche di bambine, bambini e adolescenti che lavorano per strada. Abbiamo incontrato una sola associazione diretta dalle stesse ragazze e i ragazzi e presente in varie regioni del paese. Si tratta dei NATs ossia dei bambini adolescenti lavoratori. È una confederazione presente in molti paesi soprattutto di America Latina. Già conoscevo e apprezzavo i NATs del Perù e della Colombia dove anche i bambini dimostrano una sorprendente propensione sociopolitica. Il nostro incontro nella sede povera dei NATs in un quartiere popolare della Paz, è stato il più emozionante.

Ci pareva di essere in una riunione del Mojoca con giovani madri con i loro figli e figlie, con adolescenti che raccontavano la loro vita, piangendo spesso nel ricordare la loro infanzia. Marcella, una giovane madre di 20 anni, che aveva fatto la vita di strada e che adesso lavora, ci ha detto che noi del Mojoca adesso e per sempre stiamo nel loro cuore. Anche Marcella e i bambini adolescenti dei Nats sono per sempre nel nostro cuor e rinforzano la nostra volontà di lottare per un mondo senza bambini e giovani costretti a vivere la violenza e le umiliazioni della strada. Come il Mojoca i Nats sono un movimento politico e appoggiano attivamente il governo di Evo Morales. Hanno partecipato alla marcia per l'approvazione di un referendum su una nuova costituzione. Hanno incontrato parlamentari e sono riusciti a far cambiare l'articolo 61 della nuova costituzione, sostituendo all'eliminazione di ogni lavoro dei bambini, l'eliminazione dei lavori pericolosi e sfruttati. Giustamente i NATs rivendicano il diritto al lavoro però a un lavoro degno, in tempi che permettono loro anche di studiare e di divertirsi. Abbiamo incontrato anche la viceministra della giustizia, il direttore generale della sezione dell'educazione alternativa del Ministero della Pubblica Istruzione e la responsabile della eliminazione dei lavori minorili pericolosi e sfruttati. Il governo boliviano affronta in modo serio la protezione dei diritti dei bambini e dei giovani che vivono e lavorano in strada.

 

Purtroppo anche in Bolivia ci sono molte associazioni che senza nessun coordinamento e con molta competizione si occupano della popolazione della strada, a volte in modo assistenzialista che favorisce la permanenza in strada e impedisce la costituzione di un soggetto politico che rappresenti gli interessi dei bambini e giovani di strada. Però queste divisioni e concorrenze non sempre leali sono favorite dalle ONG europee anche loro in concorrenza per accaparrare le sovvenzioni dell'Unione Europa. La "Associazione Tedesca Per l'Educazione degli Adulti", diretta da Benito Fernandez collabora con il Ministero dell'Educazione per la formazione degli insegnanti.

Benito aveva organizzato questo convegno per affrontare un tema importante dell'educazione di strada e sta programmando un censimento a livello nazionale delle ragazze e ragazzi che vivono lavorano in strada. Vuole anche creare una specializzazione post-laurea sull'educazione in strada. Auguri amico Benito.

 

… e la strada del Guatemala

 

Vi scriverò una prossima lettera sul Guatemala. Della chiusura dell'anno scolastico, della costruzione del nostro centro educativo che dovrebbe essere terminato entro un mese, del cambiamento degli statuti imperativi del Mojoca, delle elezioni in dicembre di nuove ragazze e ragazzi del comitato di gestione. Per ora vi auguro una ottima assemblea generale e vi ringrazio con affetto della vostra amicizia con le ragazze e i ragazzi di strada.

 

Già molti di voi sanno che è nata Esmeralda Marinès, figlia di Ines e di Osman, è una splendida principessa, la tredicesima che vive nella casa 8 di marzo. Per amore di questa figlia Osman e Ines hanno rinunciato alla vita di strada. Spesso sono queste bambine e bambini all'inizio della loro vita che cambiano radicalmente quella dei loro genitori.

 

Purtroppo non tutte le notizie sono buone. Oggi è stato seppellito Carlos Bran, 24 anni, vigliaccamente assassinato con due pallottole nella schiena due giorni fa. Il martirologio della strada si allunga inesorabilmente e inesorabilmente aumenta il numero delle bambine e dei bambini orfani che crescerà senza amore in istituzioni. Candidate anche loro alla vita di strada.

 

Malgrado tutto la nostra speranza rimane viva. E la certezza che un mondo migliore è possibile e che questo dipenda non da un nuovo presidente degli Stati Uniti ma dai sogni e dalle lotte delle ragazze e dei ragazzi che popolano le strade del Guatemala e del mondo intero.

 

Gerard Lutte