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1 1995: LAS QUETZALITAS, PER SOGNARE CON LE RAGAZZE DI STRADA

 

Da quando ho conosciuto le ragazze ed i ragazzi di strada,i  sogni che li abitano, la nobiltà e la delicatezza dei loro sentimenti, ho sentito il desiderio di creare tra loro e le persone che mi erano care in Europa, una rete di scambio e di amicizia. L’amicizia con loro è sconvolgente, perché ci mette di fronte al senso dell’esistenza, in un mondo che adora il denaro e schiaccia i deboli. Ci obbliga ad una scelta di campo: rinchiuderci egoisticamente nei nostri problemi o aprirci alla mondialità e alla condivisione con tutte le persone, soprattutto quelle più emarginate. I bambini e i giovani, sono vicini a questi valori.

 

Quando, nel ’95 ho invitato amiche ed amici d’Italia a partecipare ad un progetto di amicizia con le ragazze di strada, le prime risposte mi sono giunte da bambini. Fiorella, per esempio, una bimba di cinque anni, ha “adottato” come sorella una ragazza di strada e disegnando la propria famiglia l’ ha raffigurata in centro, in mezzo a tutti gli altri. Ha colto di colpo il senso del progetto: riscoprire, nella condivisione, che siamo tutti membri della famiglia umana e che il posto d’onore spetta ai bambini, soprattutto a quelli più bisognosi di rispetto e di amore.

 

Altro esempio: Remo, socio della nostra associazione, ha preparato con allievi delle elementari e medie, uno spettacolo sulla vita dei bambini di strada.

I giovani attori, si sono identificati con le loro compagne e compagni lontani, e sono cambiati, diventando più responsabili, più attenti agli altri. Fiorella e gli alunni di Remo, ci ricordano che dare il superfluo ai figli, mentre altri bambini, mancano del necessario, non è amarli, ma corromperli e che non si può amare veramente i propri figli, senza amare tutti i bambini del mondo.

 

Nessun meglio delle bambine e i bambini e dei giovani, può difendere il diritto alla felicità per tutti i bambini e per ogni singola persona. Per questo il progetto di amicizia, è stato affidato particolarmente a loro e alle loro istituzioni: la famiglia, la scuola, le associazioni giovanili.

 

Come un fiore delicato che ha bisogno di tempo per crescere e sbocciare, il nostro progetto, si è lentamente sviluppato, nel dialogo con le ragazze di strada e con le amiche e gli amici, desiderosi di impegnarsi con loro.Rispondeva al desiderio, non solo di aiutare le ragazze del Guatemala a realizzare i loro sogni, ma anche di sognare con loro, di riscoprire e liberare i nostri desideri, di (ri) diventare come loro, ribelli e creativi. L’essenziale del progetto, è quindi lo scambio e l’amicizia, e solo in modo secondario e subordinato, l’aiuto finanziario.

 

Avevo dato in un primo tempo, la priorità alle ragazze,  perché da solo  non mi era possibile occuparmi anche dei ragazzi, più numerosi e più irrequieti, ma soprattutto perché esse subiscono una maggiore violenza nella strada e nella società, perché il loro contributo è insostituibile per la costruzione di una società rispettosa della pienezza della vita delle persone umane e della natura. Las Quetzalitas, progetto di liberazione delle ragazze di strada, si indirizza quindi, in priorità alla solidarietà internazionale tra donne.

 

Una decina di amiche ha accettato l’invito  sviluppando legami di amicizia con altrettante ragazze.  L’associazione  “Terra Nuova” con la quale lavoravo per progetti di borse di studio destinate alla formazioni di militanti indigeni e popolari in Nicaragua e in Guatemala, accettò di incaricarsi gratuitamente di tutto il lavoro amministrativo dell’associazione nascente.

 

2 DALLE QUETZALITAS AL MOVIMENTO

 

La solidarietà si è sviluppata lentamente in Belgio e in Italia, assieme al movimento al quale, queste amiche ed amici, hanno sempre assicurato le riscorse sufficienti. Già dal ’94, gruppi di studentesse e studenti di psicologia dell’Università di Roma, passavano un mese delle loro vacanze in strada,e una parte di loro si è poi impegnata per le loro amiche ed amici della strada. Altri si sono allontanati. La strada non mente, è esigente, obbliga a scelte radicali. E ci sono persone che preferiscono rimuovere il loro vissuto, dimenticare i volti della strada, le promesse fatte sotto l’effetto di sensazioni ed emozioni, ritornare alle comodità di una vita piccolo-borghese.

 

Per caratterizzare la situazione attuale della nostra rete di amicizia con le ragazze e ragazzi di strada, si potrebbe dire che è esplosa la solidarietà in quest’ultimo anno.  Nel ’97, abbiamo raccolto venti milioni di lire,  nel ’99  più di cento milioni. La sovvenzione che “Terra Nuova” è riuscita a ottenere dall’Unione Europea ha permesso di comprare una casa, liberandoci dall’incubo dello sfratto da case affittate, permettendoci di strutturare la casa in funzione delle necessità delle ragazze e ragazzi di strada: docce e lavatoi numerosi, cucina ben attrezzata, sala per le bambine e bambini piccoli.

 

Ma più  importante dei soldi, si sviluppava la solidarietà: in varie città, gruppi  hanno aderito al progetto, a Pinerolo, Milano, Gorizia, Roma, Treviso,  Genova, Formia,  Potenza, nella provincia di Viterbo.  Sono la struttura portante del nostro progetto, al quale hanno aderito anche molte persone singole o famiglie. Non cerchiamo l’elemosina dei ricchi e degli oppressori, ma l’amicizia delle persone umili che cercano la giustizia qui e in tutto il mondo.  Ad esempio, un gruppo di ragazze e ragazzi, che si sono uniti per uscire dalla dipendenza, prendono molte iniziative per le loro compagne e compagni del Guatemala e trovano in quest’impegno una maggiore motivazione per cambiare la propria vita. A Liegi, in Belgio, un gruppo giovani emigrate ed emigrati, in  maggioranza disoccupati, danno ogni mese parte dei loro soldi per il movimento. Il nostro progetto è amicizia e solidarietà tra i poveri e gli oppressi.

 

Le assemblee generali della Rete sono feste di giovani di varie regioni d’Italia. Erano più di cento in quella del 2000.  Ecco impressioni di ragazze e ragazzi di Pinerolo:

 

Persone innamorate della vita

 

Alla riunione abbiamo incontrato parecchie alunne di  psicologia  che sono state in Guatemala ed altre in partenza… Emergeva nelle persone che già avevano fatto questa esperienza di avere dato il meglio di sé, di offrire il massimo della disponibilità,  ritrovandosi poi impotenti di fronte ai gravi problemi quotidiani e capendo che era importante regalare la propria amicizia, il proprio sostegno morale, credendo in loro.  E’ stato significativo incontrare nel mio cammino, per la mia crescita, persone appassionate, innamorate della vita, persone disponibili al cambiamento… Questo è stato per me il viaggio a Roma.  Angelina Di Giacomo

 

Uno scambio di emozioni

 

Invece di un incontro informativo, c’è stato uno scambio di emozioni, il mettere a nudo il vissuto di chi ha visto da vicino e ha dato un nome, un suono, un odore, a quelle cose che io ho visto solo in TV… Lì non era più solo la storia del Guatemala, ma c’era la vita quotidiana di tutti quei ragazzi e ragazze che, con filmati, lettere e racconti, ho avuto modo di conoscere. C’erano le sensazioni, le curiosità, l’entusiasmo di chi si è  portato in spalla un pezzo di quel mondo e l’ ha dato anche a me.   Bruno Giachero

 

L’accoglienza

 

Il viaggio a Roma mi ha molto colpito per l’accoglienza che ci hanno dato, aprendoci le case. Mi hanno colpito molto questi ragazzi, giovani come me, che hanno questi grandi interessi e passioni per partecipare a questi progetti. Queste cose le devo creare anch’io, altrimenti avrò una vita vuota.   Fabrizio Coia.

 

Respirare l’aria del Guatemala

 

Un gruppo di ragazzi è riuscito a farci respirare l’aria del Guatemala,  l’odore acre  della disperazione e l’intenso profumo della voglia di vivere e  sorridere nonostante tutto.  Il progetto merita di essere sostenuto anche se dovesse avere come risultato un sorriso ritrovato…    Flavio Bonetto

 

Non distogliere più lo sguardo

 

Vedere e sentire le esperienze di persone che hanno partecipato o si preparano a viaggiare in Guatemala mi ha emozionato e rafforzato. Il proposito è di non distogliere più lo sguardo da realtà che, anche se lontane, fanno parte del mio mondo e che il mio vivere bene non debba farmi dimenticare chi ha gli stessi diritti, ma non le stesse possibilità. La presenza di molti giovani mi ha dato speranza…   Franca Avaro

 

E’ possibile cambiare

 

E’ stato molto emozionante ascoltare i racconti di studenti impegnati nel progetto, i loro vissuti, pensieri ed emozioni, avvertire le loro difficoltà e speranze… Ho sentito nelle loro parole, venute dal cuore, una sensazione quasi melanconica di impotenza e tristezza… ma la in loro era più forte l’ottimismo e la grande speranza che è possibile fare per cambiare… 

Ilaria Brasola

 

Purtroppo, noi maschi…

 

Noi, uomini, ragazzi, maschi, in queste cose siamo sempre pochi, non possiamo fare della solidarietà, siamo uomini e siamo soggetti a fare le cose rumorose e in massa come una partita di pallone… la violenza dei tifosi… Mauro Siccu

 

Ho sentito il mio cuore spaccarsi

 

Dell’incontro, il momento che mi è più impressionato è stato il teatro “solo voci”. Davanti a noi c’era il palcoscenico chiuso, la luce spenta  e un piccolo spiraglio luminoso sotto i tendoni. All’improvviso delle voci, le voci dei bambini di strada. Erano voci di bambini, bambine, ragazzi, ragazze che si lamentavano e narravano ripetendo più volte, prima piano, poi aumentando sempre più il volume, narravano lo stupro, la violenza dei militari e ancora lo stupro, le botte.  Narravano l’angoscia, la rabbia, tanta rabbia. Ho sentito il mio cuore spaccarsi.  Marianna Mininni

 

Il senso della mia solidarietà

 

Vorrei che il movimento per i ragazzi di strada del Guatemala si rinforzasse, che questo problema interessasse tutto il pinerolese, e spero di essere anch’io un portavoce del movimento, darebbe un senso positivo alla mia vita e a quella degli altri.  Il significato della mia solidarietà: sto frequentando la comunità di base di Pinerolo per problemi di tossicodipendenza. Pensavo che il mio problema fosse più grosso di tutti gli altri, ma sono riuscito ad aprire gli occhi ed a notare che c’è gente che sta molto peggio di me, quindi al posto di fare il cammino da solo, ho deciso di farlo con gente che ci insegna qualcosa, questo qualcosa significa i valori della vera vita, quei problemi come povertà, difficoltà, miseria, droghe, alcool, ecc. Mariano Orrù

 

Il Guatemala non è poi così lontano

 

Molte volte, i ragazzi e le ragazze diventati tossicodipendenti dimostrano un grado di sensibilità maggiore di altre persone…  Così alcuni ragazzi… hanno scoperto che il Guatemala non è poi così distante da loro e che i ragazzi che vivono in strada nella capitale del Guatemala, hanno molti problemi, ma se vuoi, un po’ simili ai loro…  Questi ragazzi si sono appassionati a questo progetto…   Nico Ferrero

 

Formare un movimento autogestito di ragazze e ragazzi di strada è una sfida, un sogno che molti considerano impossibile, se non folle. Noi ci crediamo, sappiamo che la via è dura, che gli ostacoli sono numerosi, nella società, nelle ragazze e ragazzi di strada, in noi stessi, nelle nostre paure, nel nostro attaccamento ai propri privilegi e al proprio potere,  Molti saranno gli insuccessi, gli scoraggiamenti, le regressioni, gli abbandoni, i tradimenti, ma ricominceremo con ostinazione ogni volta che sarà necessario  e riusciremo a raggiungere la meta perché siamo convinti che la vita e l’amore vinceranno l’odio e la morte. Il nostro piccolo e modesto progetto di movimento si inserisce nel progetto d’amore che in tutto il mondo, bambine e bambini, adolescenti, giovani, donne e uomini, stanno costruendo resistendo alla forza di morte, in apparenza, solo in apparenza, invincibile dell’economia mondiale al servizio del profitto e della morte. Siamo convinti che l’Amore è più forte.

 

La nostra rete di amicizia, si riconosce nella democrazia di base è strutturata nel modo seguente: l’organo principale è   L’ASSEMBLEA DEI SOCI, composta da tutte le persone che danno un contributo finanziario (molti pagano una borsa di 50.000 lire al mese) per il movimento o le quetzalitas,  o svolgono un lavoro volontario. Si riunisce  ogni anno e prende le decisioni fondamentali per sviluppare legami di amicizia e solidarietà con le ragazze e ragazzi del movimento. I soci ricevono regolarmente notizie del movimento con un bollettino bimensile e con la posta elettronica. 

 

La rete è un insieme di gruppi e di persone, impegnate nella lotta contro l’emarginazione in Italia, che si coordinano per appoggiare il movimento.  Ogni gruppo e persona conserva la propria autonomia.

 

Il comitato di gestione ha il compito è di prendere le decisioni operative per applicare le decisioni dell’assemblea o decidere sui problemi che l’assemblea gli ha delegato; è incaricato della gestione quotidiana del progetto, dell’elaborazione e invio del bollettino, della produzione di materiale per la sua diffusione, dei rapporti con il Guatemala e con i cooperanti, della ricerca di fondi.