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Una piccola minoranza di persone, latifondisti, generali, politici, industriali, banchieri, in gran parte discendenti degli invasori, detengono ricchezze favolose, la maggiore parte delle terre e il potere politico-militare, mentre i due terzi degli abitanti, soprattutto gli indigeni, vivono nell'estrema miseria.

Questa miseria crescente, provocata dall'economia neo-liberale, dalla disoccupazione e dalla fame, spinge molti contadini, tra i più poveri del pianeta, verso le città dove vivono in baracche di cartone aggrappate ai fianchi dei burroni.

Oggi, in tempo di "pace" e di "democrazia", l'esercito continua a controllare il paese e si oppone ad ogni tentativo di processare i colpevoli dei crimini contro l'umanità, come il genocidio degli anni 80, che però non ha spezzato la resistenza dei Maya e delle classi popolari che continuano a organizzarsi e a lottare.

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