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RINGRAZIAMENTI

 

La Compagnia Teatro Popolare “P. Liuzzi”, organizzatrice di questo Festival, ringrazia tutti gli enti pubblici e le associazioni che, con il loro sostegno economico o logistico hanno contribuito concretamente al proseguimento di questa manifestazione. Ringraziamo quindi l’Ass. alla Cultura della Provincia di Viterbo, la Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Roma, Rieti e Viterbo, la Comunità Montana dei Monti Cimini, l’Ass. alla Cultura del Comune di Caprarola, le Suore Clarisse del Monastero San Damiano di Civita Castellana, il Centro Studi e Ricerche di Caprarola, il Gruppo Interdisciplinare per lo Studio della Cultura Tradizionale dell’Alto Lazio, l’Ass. GIAD Teatro di Carbognano e l’Ass. Amistrada (rete di amicizia con le ragazze e i ragazzi di strada di Città del Guatemala).

Un ringraziamento particolare va inoltre a: Assofrutti S.r.l., Mizzella S.r.l., Park Service S.r.l., Stelliferi Itavex S.p.A., UniCoop Tirreno, Banca di Credito Cooperativo di Ronciglione e a tutte quelle attività artigianali e commerciali che, dimostrando una grande sensibilità nei confronti di un argomento, purtroppo e fortunatamente, sempre attuale come quello della solidarietà, hanno voluto essere partecipi del nostro progetto.

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Dedicato a…

Maurizio Bruziches e Gianni Tossini

Parlando di questo Festival, parliamo di loro, inevitabilmente. Due persone che non ci sono più e un solo grande vuoto che, in un istante, ci ha reso più poveri; che ci ha stimolato reazioni estreme: rabbia, pianto, sbigottimento, promesse, minacce, sogni, delusioni… la sensazione di non riuscire mai a riempirlo, questo vuoto.

Poi è passato il tempo, e il tempo ci ha portato a riflettere; il dramma ha ceduto la strada, pian piano, ad un’analisi più serena, ad una “rilettura dei fatti”.

Abbiamo capito che quel vuoto non si è prodotto per restare tale, per essere contemplato e rimpianto, ma che, al contrario, vuole rappresentare un segnale forte, una continua richiesta di essere colmato.

E’ questo, quello che vogliamo fare, in tutti i modi, anche con questo Festival, continuando a percorrere, idealmente insieme a loro, una strada che non avrebbero voluto mai vedere abbandonata, quella dell’impegno sociale e della solidarietà.

Gli amici

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Il coro romano Orazio Vecchi, attivo da oltre un trentennio nel campo della diffusione della musica polifonica e diretto fin dalla sua fondazione dal Maestro Alessandro Anniballi, propone un concerto spirituale legato alla figura di Maria. Il concerto è concepito come una coerente alternanza di brani poetici - di autori come Erri De Luca, Alda Merini, Sartre, Rilke, Aldo Nove - e brani musicali di Giacomo Puccini, Samuel Barber e Carl Orff.

Al piano il Maestro Manlio Pinto, che oltre ad accompagnare il coro suona due preludi di Sergeij Rachmaninov, soprano solista Carmela Maffongelli e, ad interpretare le letture, Enrica Modugno.

Tra i brani eseguiti si segnala l’Agnus Dei di Barber, riadattato per coro da una precedente versione per archi dello stesso autore, dedicato alle vittime di tutte le guerre e di grandissimo impatto emotivo, e le Laudes creaturarum di Carl Orff, fedele trascrizione musicale del testo di Francesco che fa rivivere, con ferrea coerenza ritmica, l’evocativo testo in italiano antico.

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Negli anni 60 e 70 grazie all’opera di pionieri della ricerca quali Gianni Bosio , Diego Carpitella, Roberto Leydi il nostro paese scopriva un patrimonio di canti e musiche insospettato e di rara bellezza.

Per molto tempo poi su questo repertorio è ricaduto il silenzio e l’indifferenza.

Oggi possiamo dire che alcuni di questi canti sono diventati dei veri e propri classici e mi va di trattarli come delle vere e proprie “Arie”.

Lo spettacolo si compone di melodie tratte dal vasto repertorio nazionale (con privilegio particolare per quello dell’Italia centrale) dalla Sicilia alla Toscana, dall’Umbria alla Romagna, dalla Lombardia al Lazio e sono tutte quelle che hanno profondamente marcato il mio modo di cantare.

 

Lucilla Galeazzi, artista di fama internazionale, milita per molti anni nel coro di Giovanna Marini, per intraprendere poi una brillante carriera solistica. A tutt’oggi è considerata una delle maggiori esponenti della musica popolare italiana, vincendo nel 2006 con il suo gruppo “Amore e Acciaio”, la Targa Tenco con l’album omonimo, quale miglior disco in dialetto e il premio Città di Loano quale miglior disco folk dell’anno.

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Ritmi frenetici, antiche melodie, echi di paesi lontani che risuonano nell'aria: il sogno testardo e capriccioso viaggia sicuro sulle note dell'organetto fino all'essenza della musica, unica vera protagonista dei nostri concerti; l'Europa, l'America latina, il Medio Oriente si incontrano e dialogano attraverso gli strumenti musicali mescolando linguaggi e culture, geograficamente distanti ma in grado di trasformarsi in voci all'unisono e dare vita a un'unica, ricca, densa atmosfera di scambio. Composizioni originali e brevi letture (fatte dallo stesso Massimiliano) tratte da Maggiani, Calvino, Pasolini ed altri accompagnano lo spettatore in un piacevole viaggio.

Il gruppo nasce nel 2005 intorno all'organetto di Massimiliano Felice, autore della maggior parte dei brani in repertorio, e, dopo un anno di “rodaggio” con concerti in vari locali di Roma e in Italia, approda in sala di registrazione dove nasce Sponde (prodotto da Casa dell'organetto), cd d'esordio che riscuote un buon successo: allegato al numero di luglio 07 di World Music Magazine ne vengono distribuite mille copie agli abbonati della stessa rivista, ottiene ottime recensioni anche da Folk Bullettin e dalla rivista on line All about jazz. La trasmissione di Radio Popolare “La sacca del diavolo” gli dedica una puntata nel febbraio 2008.

Oltre all'attività di concerti il gruppo viene chiamato a comporre le musiche per vari spettacoli teatrali fra cui “La barbiera” di e con Letizia Letza, per la regia di Sergio Rosario Valastro (attualmente impegnato nell'ultimo lavoro teatrale di Dario Fo) e “Na Svojatura” di Franco Berdini, prodotto dall'Accademia di Belle Arti di Roma.

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Atto unico di 60 minuti Camurria - seccatura in dialetto siciliano - opera prima di Gaspare Balsamo, è la storia di storie strappate alla memoria, è la narrazione della vicende di una famiglia, di un picciutteddo, di un nonno, di una bisnonna e della sua orazione, rivissuta attraverso la magia del teatro dell'opera dei pupi. Lo spettacolo nasce dall'idea affascinante che dietro il mondo dei Pupi e delle Marionette ci siano le storie delle persone e delle loro famiglie, le vite dei pupari e dei cuntisti. E' proprio questo che il testo scenico racconta, accompagnato dai toni forti del movimento, della danza, del ritmo e della musica, affidata ad Alessandro D'Alessandro (organetti), Gianluca Bacconi (percussioni, melodica, didjeridoo). Sullo sfondo i colori della Sicilia, quella a cavallo tra le due guerre. 'Camurria - nelle parole di Gaspare Balsamo - è il senso di appartenenza, è l'attaccamento alla terra, alla cultura popolare a cui il teatro deve sempre attingere'.

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Uno spettacolo musicale ispirato al teatro dei Pupi siciliani.

Sconvenienti passioni serpeggiano tra le truppe schierate a difesa della cristianità: la donna guerriero Bradamante arde d'amore per il musulmano Ruggero, mentre il paladino Orlando smarrisce la propria virilità alla vista di un'altra infedele, Angelica, bellissima principessa del Catai giunta in Europa al seguito dei Saraceni. La fattucchiera Morgana, col suo flauto incantatore, restituirà all'eroe il perduto vigore militare e amoroso: ma prima di potersi finalmente congiungere con i rispettivi amanti, Orlando e Bradamante dovranno fare i conti con i bassi istinti del vecchio imperatore Carlo Magno e i tranelli tesi dal consigliere Gano di Maganza, perfido burattinaio che manovra nell'ombra le decisioni del sovrano.

Sedici canzoni, in parte composte appositamente per lo spettacolo e in parte selezionate tra i migliori brani dei Bizantina, sono interpretate dal vivo dai sette attori-cantanti e dagli stessi Bizantina, presenti in scena nella formazione completa.

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Il progetto Terremare (terre di mare, terre e mare, terre amare) è sorto dalla fusione di musicisti e danzatori già operanti in altre realtà a Roma e a Napoli, nellʼambito della musica popolare e tradizionale del centro sud. Mentre cantiamo della vita e dellʼamore, celebriamo il tempo della festa e della danza, del sacro, della sensualità; cantiamo lo spirito che ci lega insieme e che ci libera. Le nostre danze: le Tammurriate, le danze rituali che vengono ripetute nel Vesuviano, in onore della Vergine, Madre, Moglie e Sorella, della eterna Madre Terra; Le Pizziche tarantate, le terapeutiche danze del Salento; le Tarantelle e i Saltarelli, tutti balli nati dalla stessa matrice, scaturiti insieme a suoni ripetuti fino a consumarsi in melodie ipnotiche, geroglifici musicali dalle valenze magiche. Seguendo i passi di queste danze, ancora una volta percepiamo la sacralità della terra e il continuo miracolo della vita. Nel ripetere e rinnovare antichi gesti, antichi percorsi, noi attingiamo allʼenergia di chi per primo li ha delineati e insieme veniamo attraversati dal tempo trascorso che li ha levigati, come pietre dure, infine diventiamo coloro che continuano. Non nella nostalgia del passato ma nella scoperta della attualità e della autenticità della musica che suoniamo, delle parole che diciamo, nuovamente celebriamo il mistero della nostra vita.

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Giocolieri e una piccola banda di fiati, percussioni e organetto per armonie e acrobazie dello spettacolo viaggiante tra etnojazz, klezmer, gitano e Acrobazie. L'allegria e la malinconia, la magia del circo, la poetica del viaggio continuo, il brivido del trapezio, la baraonda anarchica del clown, l'eleganza incosciente dell'equilibrista... Trasferite tutto questo in musica, in un funambolico swing gitano che non è insensibile ai richiami della musica popolare italiana, del klezmer e del jazz. Una sarabanda di fiati e percussioni scatenata intorno all'organetto di Clara Graziano, autrice dei brani del gruppo. Aggiungete le battute di un clown e le piroette di un giocoliere- cantante che si mescola ai musicisti in scena e otterrete l'originale, coinvolgente spettacolo del Circo Diatonico. Il filo rosso del repertorio è il mondo emozionale della tradizione dello spettacolo viaggiante. Le atmosfere musicali evocano magie, equilibrismi, risate e quant’altro accompagna quotidianamente una carovana circense, in un melange sonoro che vede protagonisti organetto, voci, percussioni, sezione di fiati e “numeri diversi”.

Eccola la musica del nuovo Circo! Organetto, Fanfara e Giocoliere! Un viaggio musicale con tanti richiami alla musica popolare italiana, alla canzone napoletana, alla musica di strada, al jazz e alla grande tradizione della banda di paese, per evocare quella speciale magia del tendone da circo. Unʼoccasione per mettersi in marcia con le emozioni seguendo una musica dall’effetto ammaliante!

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AMISTRADA,

Rete di Amicizia con le ragazze ed i ragazzi di strada, Onlus

(di cui Maurizio Bruziches è stato uno dei fondatori) è un'associazione nata nel 2001 formata da circa 70 soci e centinaia di sostenitori di diverse località italiane.

Dice lo statuto di Amistrada che: “Il suo scopo è la difesa dei diritti di quanti sono in condizioni di esclusione, marginalità, sfruttamento. La sua azione è specialmente rivolta a favorire il miglioramento delle condizioni personali, sociali, economiche, politiche, culturali e spirituali di bambine, bambini, giovani di strada di qualsiasi parte del mondo ed a sostenere il loro protagonismo nella convinzione che sono capaci di organizzarsi per difendere i propri diritti, trovare soluzione ai propri problemi, migliorare la qualità della propria vita, partecipare alla costruzione di una Società più giusta e fraterna”.

In particolare Amistrada sostiene finanziariamente e di persona le attività del Mojoca (Movimiento jòvenes de la calle) di Città del Guatemala fondata dal prof. Gèrard Lutte e da un gruppo di ragazze e ragazzi della strada. Le attività del Mojoca si svolgono nella strada, nella Casa dell'amicizia, nella Casa 8 Marzo (ragazze-madri e i loro figli), Casa degli amici (per i ragazzi) e sono articolate in diversi progetti: lavoro di strada, salute, scuola, alimentazione, formazione professionale, reinserimento sociale, ecc.

Le idee - guida delle attività e delle relazioni umane del Mojoca - sono ispirate all'autogestione e all'amicizia liberatrice.

Amistrada ha avuto diversi riconoscimenti per la sua attività : premio Città di Ferrara e premio dalla provincia di Lecco.

 

Per avere informazioni più dettagliate e per contatti:

tel. 333.46.40.336 (presidente) - tel. 347.73.25.793 (Laura, responsabile Caprarola)

E-mail: amistrada@tre.it - Sito internet: www.amistrada.net

 

Per versare contributi:

c/c postale n. 42561035 intestato ad "Amistrada, Rete di amicizia con le ragazze ed i ragazzi di strada - Onlus " via Ostiense 152/b - 00154 Roma;

Bonifico al Banco Posta utilizzando le seguenti coordinate

IBAN: IT 55 Z 07601 03200 000042561035

Le somme versate tramite ccp o bonifico Banco Posta possono essere dedotte dal reddito imponibile.

È possibile anche sottoscrivere, nella dichiarazione dei redditi, il 5 per 1000 per Amistrada scrivendo, nello spazio apposito, il Codice Fiscale: 972180305893